Pasquale Almirante - 16-07-2006
"Questi muri parlano di noi. Ogni scritto, ogni singola parola fa parte dei nostri cuori. Ecco, anch'io voglio aprire il mio cuore, dire i miei sentimenti e l'unica cosa che ora penso sei tu". Sebbene questa frase abbia un sottile vena sentimentale, ...
Pasquale Almirante - 12-06-2006
Tempo di scrutini, questo tempo a scuola; e mentre nella primaria si scrivono i pensierini, comunemente chiamati giudizi, alla secondaria si danno ancora i numeri, più comunemente chiamati voti. Più difficile l'estensione dei primi perché si deve ...
Pasquale Almirante - 18-03-2006
"Mi si chiama professore, perfino dottore, ma da più di dieci anni meno pel naso i miei studenti a destra e a sinistra, per dritto e per traverso. Inoltre non possiedo nulla né denaro né potere né onori né lustro. Neanche un cane vorrebbe vivere come io vivo."
A sproloquiare, poco prima di concludere il patto con Mefistofele, è il vecchio dottor Faust, nell'immaginario artistico del poeta tedesco Goethe che scrisse l'opera ai primi dell'800, ma nelle cui parole si possono forse riconoscere tanti docenti, sia sul mancato possesso di denaro e di lustro, la vita da cani insomma, e sia, ma forse soprattutto, in quel rimorso profondo di menare per il naso gli studenti che alla loro istruzione zoppicante e incompleta, come Faust dice, si affidano. L'eccesso di sapienza genera talvolta la convinzione della sua incompiutezza e il rimorso di non poter trasmettere agli altri quel poco che si è capito, contrariamente alla presunzione di chi crede di tutto sapere, come il don Ferrante manzoniano che, possedendo qualche dozzina di libri, era sicuro dell'origine astrale della peste.